domenica 12 gennaio 2014

Ma te sai cos'è l'amicizia?

Stamattina al bar un signore seduto mi guarda e mi dice: “Giovane…ma te sai cos’è l’amicizia?” sto per rispondere e mi interrompe: “lo vedi quel signore seduto laggiù? quello è il mio migliore amico…siamo nati nel ’39..siamo nati e cresciuti insieme…io gli ho fatto da testimone a nozze e lui l ha fatto a me…abbiamo comprato la terra da lavorare insieme…e tutti i giorni venivamo in questo bar e prendevamo un Bianchino e leggevamo le notizie..lui me le leggeva perché io non so leggere e io ascoltavo..sempre insieme…nel ’78 abbiamo litigato..ce le siamo anche date…e da quel giorno non ci siamo più parlati..neanche un ciao…beh..ti dirò..dal 78, nonostante tutto, ogni giorno veniamo qui sempre alla stessa ora…ogni giorno ci vediamo..non ci salutiamo..e ci sediamo in due tavolini differenti..entrambi prendiamo un bianchino.. tutti i giorni prende il giornale e legge le notizie ad alta voce…la gente pensa che sia Matto..ma lo fa per me..dal ’78….”

venerdì 6 dicembre 2013

L'amicizia

Saremo amiche per sempre? Sempre è tanto lo so, ma io ti voglio bene e noi saremo amiche per sempre. Si!”

Carla era cresciuta, e quel “per sempre” dichiarato con tanta solennità era solo un ricordo.


Si era trasferita in un’altra città, sposata, aveva una famiglia, dei bambini, una casa, un lavoro… quella bimba di tanto tempo prima si era persa nella routine della casa, nel mal di schiena dopo aver stirato, nello stress dei clienti del negozio in cui lavorava come commessa, nei capricci dei bambini, nelle cene da preparare, e così via…

Fino a quando una sera aveva trovato quella richiesta di amicizia sul suo profilo di “facebook”. Lei che non aveva neppure il tempo di soffiarsi il naso, come era solita ripetere, aveva veramente poco tempo per le amicizie virtuali; ma quella sera quell’omino a mezzo busto che annunciava con quell’uno rosso che qualcuno la voleva come amica la incuriosì.

“Sara”.

Lo disse a bassa voce, come un sussurro, tutto le ritornò alla mente, anche prima di leggerne il nome; quei due occhioni blu erano inconfondibili.

Carla guardò meglio la foto e sorrise.

La bocca era segnata appena dalle rughe, era normale per una che rideva tanto, quante volte ne avevano scherzato da bambine?

Erano entrambe cambiate, erano cresciute, un pò invecchiate…

Sara

Avevano cominciato a scriversi immediatamente, a raccontarsi gli anni perduti con tanta facilità da sorprenderle. Era diventata una dolce abitudine, la sera sorseggiando il the, chiacchierare come se fossero state a due passi. Era come se gli anni si fossero riavvolti come la bobina di un vecchio film. Non potevano fare a meno di condividere foto, pensieri, raccontarsi, e ridere per l’ultimo film visto, scambiarsi le ricette del ciambellone…

E poi una sera quella confessione.

Carla ci pensava, mentre il treno la portava a Brescia, così lontano da Napoli; ma Sara aveva bisogno di lei.

Oh certo non glielo aveva detto esplicitamente, ma quando aveva trovato il coraggio di parlarle della sua malattia, Carla non aveva avuto bisogno di altre spiegazioni ed era partita.

Loro due erano amiche… per sempre!

(Tilly)

Il mio migliore amico

Due amici camminavano nel deserto. Ad un tratto cominciarono a discutere e un amico diede uno schiaffo all'altro. Addolorato, ma senza dire nulla, quest'ultimo scrisse sulla sabbia:



IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA DATO UNO SCHIAFFO.



Continuarono a camminare, finché trovarono un'oasi dove decisero di fare un bagno. L'amico che era stato schiaffeggiato rischiò di affogare, ma l'altro lo salvò. Dopo che si fu ripreso, l'amico salvato incise su una pietra:



IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA SALVATO LA VITA.



L'amico che aveva dato lo schiaffo e aveva salvato il suo migliore amico domandò: "Quando ti ho ferito hai scritto sulla sabbia, e adesso lo fai su una pietra. Perché?"

L'altro amico rispose: "Quando qualcuno ci ferisce dobbiamo scriverlo sulla sabbia, dove i venti del perdono possano cancellarlo. Ma quando qualcuno fa qualcosa di buono per noi, dobbiamo inciderlo nella pietra, dove nessun vento possa cancellarlo.

Anonimo

L'albero

Un uomo aveva 4 figli.
Voleva imparassero a non giudicare le cose troppo velocemente.
Così li mandò uno alla volta a osservare un albero molto distante da casa....
Il piu' grande andò in inverno, il secondo in primavera, il terzo in in estate, il più giovane in autunno.
Quando tutti furono tornati chiese loro cosa avevano visto. 
Il grande disse che l'albero era brutto, spoglio e ricurvo.
Il secondo disse che era pieno di gemme e promesse di vita...
Il terzo non era d'accordo; l'albero era pieno di fiori, profumato e bellissimo...era la cosa più bella che avesse mai visto.
Il più piccolo aveva un'opinione ancora diversa: l'albero era carico di frutti e pieno di vita e realizzazione.
L'uomo spiegò ai suoi figli che tutti avevano ragione, infatti avevano osservato solo una stagione della vita dell'albero.
Disse loro di non giudicare un albero o una persona solo in una stagione, ma dall'essenza di ciò che una persona è!
La gioia, l'amore, la realizzazione che viene dalla vita possono essere misurate solo alla fine, quando tutte le stagioni sono complete.
Se ti arrendi quando è inverno, perderai la speranza che regala la primavera, la bellezza della tua estate, la realizzazione del tuo autunno!!!

Morale: Non lasciare che il dolore di una stagione distrugga la gioia di ciò che verrà dopo. Non giudicare la tua vita in una stagione difficile. Persevera nelle difficoltà....il meglio deve ancora venire!!!

(dal Web)



venerdì 13 gennaio 2012

La finestra

Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d'ospedale. A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un'ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo. Il suo letto era vicino all'unica finestra della stanza. L'altro uomo doveva restare sempre sdraiato.
Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore. Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto. Ogni pomeriggio l'uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra. L'uomo nell'altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i colori del mondo esterno.La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto. Le anatre e i cigni giocavano nell'acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c'era una bella vista della città in lontananza. Mentre l'uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l'uomo dall'altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena. In un caldo pomeriggio l'uomo della finestra descrisse una parata che stava passando. Sebbene l'altro uomo non potesse sentire la banda, poteva vederla. Con gli occhi della sua mente così come l'uomo dalla finestra gliela descriveva. Passarono i giorni e le settimane. Un mattino l'infermiera del turno di giorno portò loro l'acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell'uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L'infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo. Non appena gli sembrò appropriato, l'altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra. L'infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo. Lentamente, dolorosamente, l'uomo si sollevò su un gomito per vedere per la prima volta il mondo esterno.Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicina al letto. Essa si affacciava su un muro bianco. L'uomo chiese all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle cose così meravigliose al di fuori da quella finestra.L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro. "Forse, voleva farle coraggio." disse.

La morale di questa storia è:vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione.
Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata. Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare.

lunedì 2 gennaio 2012

La sedia vuota

Un uomo anziano si era ammalato gravemente. Il suo parroco andò a visitarlo a casa. Appena entrato nella stanza del malato, il parroco notò una sedia vuota, sistemata in una strana posizione accanto al letto su cui riposava l'anziano e gli domandò a cosa gli serviva.
L'uomo gli rispose, sorridendo debolmente: "Immagino che ci sia Gesù seduto su quella sedia, e prima che lei arrivas...se gli stavo parlando... Per anni avevo trovato estremamente difficile la preghiera, finchè un amico mi spiegò che la preghiera consiste nel parlare con Gesù. Così ora immagino Gesù seduto su una sedia di fronte a me e gli parlo e ascolto cosa dice in risposta. Da allora non ho più avuto difficoltà nel pregare."
Qualche giorno dopo, la figlia dell'anziano signore si presentò in canonica per informare il parroco che suo padre era morto.
Disse: "L'ho lasciato solo per un paio d'ore. Quando sono tornata nella stanza l'ho trovato morto con la testa appoggiata sulla sedia vuota che voleva sempre accanto al suo letto."